Synopsis
Myricae è una raccolta di poesie di Giovanni Pascoli, pubblicata in successive edizioni tra il 1891 e il 1911. L'opera rappresenta l'ultimo esempio di poesia lirica "classica" prima della stagione delle Avanguardie poetiche del Novecento. Il titolo della raccolta pascoliana deriva dal verso della IV Bucolica di Virgilio «arbusta iuvant humilesque Myricae», cioè "piacciono gli arbusti e le umili tamerici". Questa frase è utilizzata dal poeta anche nell'epigrafe dei Canti di Castelvecchio e, in forma più completa (non omnes arbusta...) o insieme al verso precedente variamente "tagliato", come introduzione ad altre sue raccolte poetiche.
Come accaduto per altri grandi raccolte, a cominciare dal Canzoniere di Petrarca, essa si stende per quasi tutto l'arco della produzione poetica dell'autore, così che la storia compositiva di Myricae si può dire coincida con lo sviluppo stesso della coscienza poetica di Pascoli. Per queste ragioni, l'identificazione di una unità strutturale della raccolta non può che essere il risultato di una interpretazione che prenda in considerazione, accanto alla lettura dei testi, degli eventi e delle esperienze psicologiche che segnarono l'esistenza del poeta.